OBIETTIVO
È importante prevedere la diffusione di una cultura e di una sensibilità rinnovata su questa tematica.
Con il presente Bando, l’Impresa sociale vuole quindi stimolare la presentazione di proposte che favoriscano la prevenzione, la cura e il contrasto del maltrattamento dei bambini e degli adolescenti, di età compresa tra 0 e 17 anni. Si ritiene fondamentale, in particolare, investire nella «prevenzione» che, se declinata in tutti i suoi aspetti, può contribuire nel lungo periodo a ridurre ogni forma di violenza nei confronti dei minori e non soltanto a «riparare» i suoi danni.
DOTAZIONE FINANZIARIA
Il Bando mette a disposizione un ammontare complessivo di 15 milioni di euro, in funzione della qualità dei progetti ricevuti, così ripartite:
AREA | REGIONE | RISORSE DISPONIBILI |
NORD | Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino – Alto Adige, Veneto, Valle d’Aosta | € 5.478.196 |
CENTRO | Abruzzo, Lazio, Marche, Molise, Toscana, Umbria | € 2.404.393 |
SUD E ISOLE | Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia | € 7.117.441 |
SOGGETTI BENEFICIARI
I progetti dovranno essere presentati da partnership costituite da almeno tre soggetti (“soggetti della partnership”), che assumeranno un ruolo attivo nella co-progettazione e nella realizzazione del progetto. Ogni partnership individua un soggetto (“soggetto responsabile”), che coordinerà i rapporti della partnership con l’impresa sociale, anche in termini di rendicontazione. Il soggetto responsabile deve essere un Ente di Terzo Settore.
Saranno valutati positivamente i progetti che prevedano partnership eterogenee e complementari, formate da una pluralità di soggetti pubblici e privati del territorio.
INVESTIMENTI AMMISSIBILI
Le proposte presentate dovranno mirare a:
- potenziare i servizi di protezione e cura dei minori già esistenti;
o, alternativamente,
- realizzare ex novo servizi di protezione e cura.
Tali servizi dovranno fornire prestazioni integrate e multidisciplinari di valutazione, supporto e cura dei bambini in situazione di grave rischio o vittime di maltrattamento12 e delle relative famiglie, in un’ottica di cooperazione inter-istituzionale, con i servizi sociali e sanitari del territorio, con l’autorità giudiziaria competente, con le istituzioni scolastiche ed educative e con i rappresentanti degli interessi del minore, come definiti dalle disposizioni vigenti, avvalendosi delle risorse pubbliche private del territorio. I servizi potranno essere organizzati e gestiti sulla base di accordi fra enti pubblici e del terzo settore con competenze specifiche, consolidate e comprovate in materia di protezione e di cura dei bambini maltrattati.
Le proposte dovranno realizzare, inoltre, attività complementari mirate e concrete (sensibilizzazione; capacity-building e formazione per i professionisti; ideazione e attuazione di protocolli, sviluppo di metodi e strumenti di lavoro; apprendimento reciproco e scambio di buone pratiche) che garantiscano il massimo beneficio e un impatto tangibile e dimostrabile sui gruppi target. Attività finalizzate a favorire cambiamenti attitudinali e comportamentali e una maggiore sensibilizzazione in merito al tema della violenza contro i bambini; lo sviluppo di strumenti per aiutare a riconoscere e ad affrontare i primi segnali di violenza; programmi volti a incoraggiare le vittime a denunciare la violenza.
Dovranno, a tal fine, essere previste azioni di:
- Supporto alla genitorialità, a livello di sostegno individuale e collettivo. Promuovendo, ad esempio, home visiting, programmi integrati di formazione e di consulenza rivolti ai caregiver (genitori naturali, adottivi, affidatari) in tutto l’arco di sviluppo del bambino, secondo livelli di intensità proporzionali al rischio di maltrattamento rilevato.
- Integrazione dei piani terapeutico e pedagogico a favore di minori e di famiglie in cui si ravvisi la presenza di un rischio di maltrattamento per il minore o si siano già registrati episodi di violenza.
- Formazione di professionisti sul tema del maltrattamento (capacity building) rivolta a docenti, operatori sociali, pediatri, medici, forze dell’ordine, professionisti legali, con l’obiettivo di rafforzarne le competenze di prevenzione, individuazione e reazione.
- Rafforzamento della comunità educante, anche in un’ottica di creazione di un network che sensibilizzi l’opinione pubblica e la classe politica sul tema della violenza sui minori e/o di promozione di forme di affidamento familiare, esteso anche all’intero nucleo familiare o ispirate a flessibilità oraria e organizzativa, con campagne di formazione e di informazione per le famiglie.
Ogni intervento proposto dovrà quindi prevedere, in maniera integrata e coerente, entrambe le componenti:
- Interventi e misure di protezione e di cura rivolti ai bambini vittime di maltrattamento e alle loro famiglie al fine di ridurre il danno e le conseguenze nei successivi stadi di sviluppo e nell’età adulta.
- Interventi di formazione e informazione per evitare l’insorgenza di forme di maltrattamento:
- attività di informazione e formazione per la prevenzione del maltrattamento dei bambini, rivolte agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado;
- programmi informativi e di sensibilizzazione per la prevenzione del maltrattamento dei bambini e per la promozione della genitorialità positiva, con il coinvolgimento di esperti del settore;
- formazione per il personale scolastico per la rilevazione precoce del maltrattamento dei bambini e per la relativa segnalazione;
- formazione specifica per operatori socio-sanitari sul riconoscimento e sulla rilevazione delle forme di maltrattamento dei bambini, sulle procedure di segnalazione, sulle misure di prevenzione e sui percorsi di protezione e di cura.
Si raccomanda l’adozione di:
- una procedura per la tutela dei minori dai rischi di abuso, maltrattamento e sfruttamento e condotta inappropriata (Child Safeguarding Policy) 15 da parte degli operatori;
- una procedura interna in grado di valutare e prevenire il rischio di stress lavoro-correlato e/o di burn-out di tutti gli operatori coinvolti.
Qualora l’ente non sia già dotato di tali meccanismi, questi potranno essere elaborati e integrati nel progetto nella fase di progettazione esecutiva.
INTENSITÀ DELL’AGEVOLAZIONE
Il contributo richiedibile varia a seconda della tipologia di progetto:
- per i progetti regionali (che prevedano l’intervento in una sola regione) si può richiedere un contributo compreso tra 250 mila e 1 milione di euro ed occorre garantire una quota di cofinanziamento monetario pari ad almeno il 10% del costo totale;
- per i progetti nazionali (che prevedano interventi localizzati in almeno una regione localizzata in ciascuna delle 3 aree geografiche previste dal bando) si può richiedere un contributo compreso 1 e 1,5 milioni di euro ed occorre garantire una quota di cofinanziamento monetario pari ad almeno il 15% del costo totale.
La liquidazione del contributo al soggetto responsabile avviene, di norma, in tre diverse fasi:
a) anticipo (pari al 25% del contributo assegnato);
b) acconto in due diverse tranche, la prima non superiore al 25%, la seconda al 30% del contributo assegnato, previa presentazione di apposita rendicontazione. Qualora espressamente richiesto dal soggetto responsabile, sarà possibile concordare la liquidazione dell’acconto in un’unica tranche non superiore al 45% del contributo assegnato;
c) saldo finale, sulla base delle spese effettivamente sostenute e quietanzate.
La durata complessiva dei progetti deve essere compresa tra 36 e 48 mesi.
SCADENZA
Ore 13:00 del 15 Novembre 2019
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